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Creare nuovi lettori. E imparare a scegliere i nodi da sciogliere. Primo nodo: superare la pratica disgiuntiva del sapere che separa, e quindi selezionare testi di autori e autrici che sappiano cogliere le connessioni, collegando la biologia e la fisica, la cosmologia e la filosofia, la sociologia dei media e l’intelligenza artificiale, la semiologia con l’informatica. Secondo nodo: disimparare le inerzie dei sistemi educativi, collaborando con le agenzie formative, dalla scuola all’università, alla progettazione di dispositivi per l’apprendimento in grado di trattenere i saperi della tradizione rimodellandoli nel contesto in continua trasformazione delle pratiche simboliche emergenti. Terzo nodo: comprendere l’infosfera che ci comprende, analizzando come l’intelligenza in continua evoluzione della tecnica si innesta sul decadimento cognitivo dei corpi individuali e sul collasso dei corpi sociali, resi preda di automatismi e correnti emotive incontrollabili. La luce violenta della tecnica può condurre alla cecità; studiarla anziché denigrarla è l’unico modo per integrarla dentro un nuovo pensiero ecologico. Cos’è l’editoria? Progettare e costruire ponti, veloci, leggeri e abitati, per far dialogare le persone anche se parlano linguaggi diversi. Se una lingua è in definitiva il desiderio di comunicazione fra due corpi separati, l’obiettivo editoriale è dare una forma a questo desiderio. Vorremmo costruire un’impresa della conoscenza capace di seguire la tradizione del nuovo, contestare l’esistente, perseguire il mutamento. Guardare negli occhi l’inevitabile, sapendo che alla fine prevarrà l’imprevedibile.