Via Stampatori, 4  10122 TORINO
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hopefulmonster.net


hopefulmonster è una casa editrice indipendente, orgogliosamente lontana dalle logiche mainstream, con una produzione editoriale fortemente caratterizzata.
Il nome hopefulmonster viene dalla teoria neo-darwiniana del genetista tedesco Richard Goldschmidt, poi ripresa dal biologo statunitense Stephen Jay Gould. Si tratta degli hopeful monsters, ovvero i salti evolutivi, passaggi intermedi, piccoli mostri prima di passare alla loro reale natura. La ragione di questo nome è il desiderio di creare nuove idee e forze creative. Il logo della casa editrice è l’unione delle due lettere h e m appoggiate una sull’altra e inserite in uno spazio aureo.
La casa nasce a Firenze nel 1986, grazie a un gruppo di persone molto eterogeneo. Beatrice Merz, anima di hopefulmonster e della Fondazione che porta il nome del padre Mario, aveva appena curato alcuni volumi monografici di artisti contemporanei. Anche grazie a questo lavoro e dall’incontro con molti compagni di viaggio, nacque la passione per l’editoria.

Dopo 35 anni di storia hopefulmonster, da molti anni ormai approdata a Torino, si ripresenta sulla scena, forte di quella tradizione, ma con una nuova forma societaria, nuovi progetti culturali e nuove collane che accostano diversi generi letterari, proponendo un nuovo spazio di dialogo fra autori e testi molto diversi fra loro e riprendendo, in questo modo, il filo conduttore alle origini della casa editrice che è la volontà di studiare, conoscere e interpretare l’oggi e la cultura contemporanea, attraverso la pubblicazione di saggi filosofico-scientifici e storico-politici, sempre con uno sguardo all’espressione artistica e letteraria. Questa particolare attenzione all’arte, strettamente legata alla proprietà e alla direzione editoriale di hopefulmonster, garantisce la qualità culturale della scelta dei testi, la cura nella produzione dei volumi e un marcato approccio internazionale. La casa del mostro, sede operativa di hopefulmonster, è nella centralissima via Stampatori, al numero 4, nell’unico palazzo rinascimentale di Torino.


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